L
a contemporaneità, è caratterizzata, soprattutto, da un uso eccessivo dell’immagine, tanto che si può parlare ormai di graphic pollution, una sorta di “inquinamento visivo”, di sovrapposizione “materica” delle immagini. Le immagini, dai supporti tradizionali, finiscono sugli oggetti e perfino dentro di essi.
Questo inquinamento visivo, riguarda ogni elemento grafico creato dall’uomo che, per invasività o pessimo gusto, tende a disturbare la vista o lo sguardo di uno spazio aperto, di un oggetto, di uno spazio architettonico. E' un problema di natura estetica, di disturbo rispetto al "bello", ma riguarda anche la sfera morale e spirituale.
Ogni oggetto comunica infatti con diversi linguaggi, ogni supporto è portatore di comunicazione visuale o digitale. Ma purtroppo non tutte le immagini sono arte e, molte di queste, possono “offendere” più delle parole.
In virtù della graphic pollution, le immagini sono oggi usate per convincere, offendere, propagandare; sono uno strumento potente in grado di influenzare e formare le nostre opinioni. Gli studenti sono indifesi di fronte a tutto questo, proprio perché il sistema scolastico, rinuncia in partenza, sin dalle scuole primarie, a costruire un senso critico del visuale.
Nel nostro paese l’educazione visuale è da sempre relegata tra le discipline “leggere”, nulla a confronto con le materie "forti", quelle basate sul pensiero scritto e razionale; d’altra parte, tutto ciò che è caratterizzato dal “segno”, è stato sempre avvicinato alla predisposizione del singolo, all’emozione, al talento, come se non potesse esistere un percorso di apprendimento del visuale che consenta una crescita esperienziale dello studente, permettendogli di produrre, con emozione, immagini corrette e una comunicazione efficace.
Relegare il disegno ad un ambito riservato a pochi, a quelli più "portati", senza considerarlo invece un mezzo di conoscenza, d’interpretazione e semplificazione della realtà, significa non fornire, a tutti e in egual misura, gli strumenti necessari alla propria crescita personale.
Progettare, significa avere a disposizione questi strumenti, indispensabili per decifrare il mondo che ci circonda; la cultura visuale e la metodologia del progetto cambiano infatti insieme alla tecnologia, che in questi anni sta correndo velocissima.
"Ciò che vediamo non è ciò che vediamo ma ciò che siamo".
Siamo convinti che la cultura visuale sia importante quanto quella letteraria o tecnica. L’obiettivo principale, è quello di condurre l’allievo ad acquisire, attraverso lo studio e l’esperienza diretta di opere e fenomeni, un’impostazione progettuale che tenga conto delle regole della comunicazione visuale e della loro continua evoluzione nella contemporaneità.
Quest’operazione è oggi ancor più difficile, per la commistione dei linguaggi e delle discipline artistiche e comunicative, che si fondono ormai, in esperienze ipermediali.